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Rubiner als Übersetzer

Vom Beginn seiner Tätigkeit als Literaturkritiker interessiert er sich für fremdsprachige Literatur, besonders für die französische und russische, weil er beide Sprachen kennt. 1907 schreibt er ein Essay über Joris Karl Huysmans. 1909 übersetzt er drei Gedichte Fjodor Sologubs: Zwei Herrscher und Die Phantasie, die in der Zeitschrift "Die Gegenwart" erscheinen und Der Scharfrichter von Nürnberg, das in der Zeitschrift "Die Schaubühne" erscheint. Dem russischen Dichter widmet er auch ein Essay, das in der Zeitschrift "Die Gegenwart" veröffentlicht wird. Im selben Jahr übersetzt er die Erzählung Paul Verlaines Madame Aubin, die in der Zeitschrift "Das Theater" veröffentlicht wird. 1910 schreibt er ein Essay über den belgischen Schriftsteller Fernand Crommelynck, das in der Zeitschrift "Der Demokrat" erscheint, und übersetzt ein weiteres Gedicht Sologubs Der Traum, das in der Zeitschrift "Der Demokrat" veröffentlicht wird, den Roman Michael Kusmins Taten des grossen Alexander (1908) und die Novellen Gogols Abende auf dem Gutshof bei Dikanka (1831-1832), bei deren Übersetzung auch seine Frau Frida Ichack mitarbeitet. Rubiner lernt sie 1908 kennen.

Rubiner traduttore

Fin dall'inizio della sua attività di critico-letterario si interessa di letteratura straniera, in particolare francese e russa a lui accessibile direttamente in lingua originale. Nel 1907 scrive un saggio su Joris Karl Huysmans. Al 1909 risale la traduzione di tre poesie di Fjodor Sologub: Zwei Herrscher e Die Phantasie, apparse sulla rivista "Die Gegenwart", e Der Scharfrichter von Nürnberg sulla rivista "Die Schaubühne". Al poeta russo dedica anche un saggio pubblicato su "Die Gegenwart". Nello stesso anno traduce un racconto di Paul Verlaine Madame Aubin pubblicato su "Das Theater". L'anno successivo fa seguito un saggio sul belga Fernand Crommelynck apparso su "Der Demokrat" e una serie di traduzioni fra cui una poesia di Sologub, Der Traum, pubblicata su "Der Demokrat", il romanzo di Michel Kusmin Taten des grossen Alexander (1908) e le novelle di Gogol Abende auf dem Gutshof bei Dikanka (1831-1832), alla cui traduzione collabora anche la moglie russa Frida Ichak conosciuta nel 1908.


Rubiner traduttore.

La visione sociale di Rubiner è legata all'ideale anarchico-comunista che vede nel popolo il vero creatore dell'arte e l'artefice della politica. La componente anarchica dell'attivismo proclamato dall'autore è riconducibile alla soppressione dell'organizzazione sociale considerata per sua natura gerarchica e costrittiva e alla priorità dell'azione rivoluzionaria per risvegliare la massa dall'apatia. La concezione del rinnovamento umano si presenta nella sua eterogeneità di elementi diversi e concilia pertanto il contenuto sociale ed economico dell'anarchismo professato da Proudhon, Bakunin e Kropotkin, portavoci dell'atto sovversivo per antonomasia, la negazione del centralismo, con i principi del socialismo etico e del liberalismo.

L'autore ricerca nel pensiero dei letterati passati e presenti il postulato critico della Gemeinschaft e la volontà di abbracciare tutto quanto possa accreditare il valore della cultura, l'unico strumento che consenta la comunicazione e il dialogo tra gli uomini e la società, inserisce in un contesto di intesa cosmopolitica le traduzioni dal russo e dal francese.

Le introduzioni che precedono il diario di Tolstoj e l'edizione dei romanzi e dei racconti di Voltaire, sono concepite come brevi saggi in cui Rubiner, riprendendo la condanna espressa contro la Realpolitik, la politica del predominio e degli interessi privati e contro l'autonomia dell'arte, celebra i due scrittori impegnati sul terreno del pacifismo e della società civile.

Lo studio dell'opera di Tolstoj risale agli anni universitari, ma si intensifica durante l'esilio. In Svizzera Rubiner pubblica alla fine del gennaio 1918 il diario tradotto in tedesco dalla moglie e relativo all'arco di tempo dal 1895 al 1910. Il diario iniziato da Tolstoj nel 1846 rappresenta un documento etico ricco di riflessioni sul proprio comportamento e di tormenti interiori che esprimono la costante volontà di emendarsi e di elaborare nuovi programmi di vita. Nell'introduzione che appare in versione ridotta nello stesso anno di pubblicazione anche su "Die Aktion", Rubiner chiarisce i motivi della scelta operata, richiamandosi all'evoluzione spirituale vissuta dallo scrittore russo nell'isolamento sociale, famigliare e nella malattia dell'ultimo periodo della sua vita.

La sincerità del sentimento morale non caratterizza solo il diario che l'autore paragona alle confessioni di S. Agostino, ma esprime il significato autentico del pensiero etico-politico di Tolstoj. La rivoluzione da lui auspicata alimenta lo spirito di lotta con valori di portata universale quali l'amore, la giustizia, la fratellanza e la solidarietà che introducono una dimensione morale e religiosa nella pratica politica. L'atteggiamento antintellettualistico si riflette nell'aspirazione tolstoiana a una linea di condotta storico-sociale che sia guidata da un'idealità. Rubiner riconduce il pensiero filosofico di Tolstoj al dualismo fra Naturgesetz che nega la libertà dell'azione umana e condanna l'uomo ad accettare il mondo con passività e Weltgesetz che annuncia la vocazione spirituale dell'individuo, l'amore universale. L'impossibilità di una coincidenza fra i due principi costituisce secondo Tolstoj la sostanza della moralità che regola il comportamento individuale, determinando nel singolo l'impulso a identificare la natura umana con se stessa.

All'inadeguatezza del mondo dell'esperienza in continua trasformazione e inconsistente si contrappone un dato assoluto, l'imperativo morale, immutabile e incondizionato il cui fondamento è nella coscienza che rappresenta un punto fermo nel mutare delle cose ed è sempre conoscenza connessa con la volontà dell'uomo. La consapevolezza del proprio valore morale regola pertanto le relazioni tra gli uomini con l'inesorabilità propria degli eventi di natura.

L'autore condivide con Tolstoj l'impegno a politicizzare l'arte che lo scrittore russo teorizza nel saggio Che cos'è l'arte (1897-1898), la concezione dell'istruzione come strumento essenziale del progresso umano, la visione sociale ostile all'autorità come principio e la negazione dell'individualismo e del materialismo storico. Entrambi concepiscono il mutamento del mondo come il processo di autoperfezionamento morale in cui l'attività dell'uomo rappresenta la libera espressione dello spirito. La fede nell'amore è la fede nella possibiltà di riscattare l'animo umano corrotto attraverso il perdono e la rinuncia e conferisce alla visione attivistica di Rubiner un profondo significato religioso che trova la sua espressione più compiuta nel dramma frutto di questa maturazione ideologica. La resistenza non-violenta e il sacrificio estremo dei tre Führer spirituali assumono il valore di un atto assoluto che, simboleggiando la fine del determinismo storico, impedisce al fenomeno ciclico delle leggi materialistiche e dell'autorità di riprendere il suo decorso.

Rubiner collega l'idea della Gemeinschaft con l'elaborazione filosofica del socialismo di Tolstoj che indica l'alternativa alla società capitalistica fondata sullo sfruttamento economico nel regno di Dio, preannunciato con la rinascita morale di ciascun uomo e realizzato poi attraverso la coscienza della socialità. Il momento di critica e di protesta contro la società costituita, contro il fanatismo ideologico e confessionale implicito nel pensiero etico-politico di Tolstoj, supera secondo l'autore la passività della predicazione morale e riflette lo spirito rivoluzionario del marxismo non dogmatico, permeato di istanze democratiche e umanitarie.

Nel 1920 esce presso la casa editrice Kiepenheuer l'edizione dei romanzi e dei racconti di Voltaire in due volumi di cui il primo tradotto da Rubiner con la moglie e il secondo da Else von Hollander. L'introduzione-saggio appare in forma ridotta nel 1919 anche su "Die weißen Blätter" col titolo Der Dichter Voltaire e nell'antologia Die Gemeinschaft col titolo Dichter Voltaire.

Lo spirito del liberalismo che definisce la fede positiva nel progresso sociale e culturale dell'umanità permea il pensiero di Voltaire giudicato da Rubiner il preparatore del presupposto teorico della rivoluzione francese, l'idea di una società democratica ordinata razionalmente. L'autore celebra Voltaire come il riformatore appassionato che combatte l'oscurantismo dello stato monarchico, tradizionalista e della chiesa cattolica, ostile alla libertà e alla tolleranza. Egli nega come Voltaire il culto della tradizione, affermando che l'analisi della storia nel suo progresso conduce al libero confronto delle idee, all'affermazione della ragione e alla conseguente realizzazione di una società universale fondata su un pari riconoscimento degli uomini e delle nazioni.

L'affinità con Voltaire si stabilisce pertanto sulla base della stessa concezione attivistica dello spirito. L'autore inserisce la propria visione sociale nella tradizione del pensiero liberal-democratico e trasfonde quindi nella metafora della luce divina il concetto razionale della divinità che è universale come la ragione. Il cosmopolitismo e l'illuminismo, astraendo dalla realtà storica, sono riconducibili alla tendenza generale di guidare la volontà dell'uomo di cambiare la società verso la forza attiva del sovvertimento spirituale. L'unilateralità della polemica contro l'assenza di responsabilità sociale tra gli scrittori è dunque accresciuta dall'eclettismo del letterato impegnato che ricerca nel passato le testimonianze ideologiche di un`opposizione intellettuale liberale.


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