Die indischen Opale


Die indischen Opale: un'avventura fra l'esotico e il criminale.

La produzione letteraria del periodo compreso tra il 1910 e il 1914, che include il romanzo poliziesco Die indischen Opale, i Kriminalsonette e la pantomima Der Aufstand, presenta nella sua varietà di generi un elemento in comune: il fascino esercitato sull'autore dall'intrigo criminale e dall'azione delittuosa.

L'interesse per la figura del ribelle, soprattutto nei Kriminalsonette e nella pantomima, si spiega con l'intenzione da parte di Rubiner di presentare un personaggio non ostile alle norme del vivere civile per realizzare la giustizia sociale. La rivendicazione degli impulsi spontanei dell'individuo si collega tuttavia alla denuncia della società borghese, esprimendo per mezzo degli emarginati e dei malviventi la necessità di ristabilire una condizione in cui siano riconosciuti i diritti dell'uomo.

Nel 1913 Rubiner traduce anche il romanzo sulla vita dell'avventuriero francese François Eugène Vidocq, Landstreicherleben. Denkwürdigkeiten Vidocqs, des Mannes mit hundert Namen.

L'autore pubblica nel 1910 con lo pseudonimo Ernst Ludwig Grombeck il romanzo poliziesco Die indischen Opale presso la casa editrice August Scherl di Berlino. La paternità dell'opera è accertata da un ritratto dell'autore contenuto all'inizio dell'opera , apparsa già a puntate nel 1908, come appendice della parte pubblicitaria, sulla rivista berlinese "Praktischer Wegweiser für jede Familie". Non si può nascondere una certa influenza esercitata dal padre sulla decisione di Rubiner di avviare l'attività di scrittore ricorrendo all'anonimato. Wilhelm Rubiner è collaboratore delle riviste di Berlino "Die Woche" e di "Literarische Umschau des Berliner Lokal-Anzeigers" sulle quali pubblica le sue recensioni con gli pseudonimi Gerhard Stein e Otto Waldeck, usati in seguito anche per i romanzi d'appendice.

Die indischen Opale rientra in quel genere di letteratura amena che agli inizi del secolo conquista il grande pubblico tedesco in seguito al successo ottenuto dalla traduzione dei romanzi criminali del francese Emile Gaboriau, delle detective-stories di Conan Doyle e della serie Nick Carter. La diffusione del genere poliziesco riflette un mutato clima sociale in cui la trasformazione industriale e capitalistica della società moderna implica un forte aumento della criminalità metropolitana. L'analisi dei moventi e dei metodi d'indagine viene affrontata anche in sede scientifica e costituisce l'oggetto di studio del criminalista austriaco Hans Groß.

Rubiner ambienta la vicenda a Berlino e apre il romanzo con il riferimento immediato alla città natale che sta vivendo il decollo industriale e l'urbanizzazione dell'inizio del secolo. L'autore condanna la città come covo di disumanizzazione:

"Berlin! - Ein Summen, Klirren und Stampfen steigt in die Nacht auf, und das schillernde Netz der Lichter spannt sich über das tönende Dunkel. Licht und Lärm sind untrennbar vereint in dieser gewaltigen Stadt der Arbeit und der Lust; und wenn die Massen durch die geraden Straßen der jungen Großstadt hasten, weiß man nie, ob es zur Arbeit geht oder zu irgendeiner hastigen, schnell beschlossenen, schnell genossenen und schnell erledigten Vergnügung."

Egli si richiama più volte nel romanzo al processo di industrializzazione che segna il nuovo corso della capitale tedesca. Ritaglia nel vasto e frenetico quadro cittadino un angolo che conserva ancora la riservatezza di stampo aristocratico. Lo spazio si circoscrive a un quartiere signorile della città, il Tiergarten, l'antica riserva reale di caccia fatta costruire da Federico II il Grande (1740-1786) e in cui abita la famiglia Brandorff, composta da un ex banchiere, collezionista di rari oggetti d'arte, sua figlia, Cecily, e la servitù:

"Am Rande des Tiergartens gibt es ein paar ruhige Straßen mit villenartigen, soliden Häusern hinter Bäumen und Vorgärten, die gebaut zu sein scheinen, um einen ruhenden Punkt für beschauliche Leute in dem wüsten Strudel der Großstadtgegensätze zu bilden. (...) Der ehemalige Bankier Brandorff war in Berlin als ein sorgfältiger Sammler reicher Kunstschätze bekannt, doch schon seit Jahren kaum mehr als dem Namen nach. (...) Seit einigen Jahren verließ er sogar nicht einmal mehr zu Spaziergängen das Haus. In dieser Wohnung in der Margaretenstraße galt nur ein Gesetz: die verwöhnten Nerven des alten Raritätenliebhabers zu schonen."

I protagonisti vivono una sorta di idillio fuori dal tempo, in totale contrasto con lo spirito affaristico dei tempi moderni. Rubiner intende mostrare l'anacronismo tra la loro condotta di vita e l'azione criminale che sembra coinvolgerli apparentemente senza motivo.

Die indischen Opale rientra nella tradizione letteraria del genere poliziesco per il rispetto verso lo schema rigido proprio della detective-story. L'autore sviluppa la storia partendo dalla fine. Nella scena di apertura, dopo aver presentato la città e l'ambiente sociale dei protagonisti, Rubiner richiama l'attenzione su un agente, che durante la ronda notturna vede un uomo uscire dall'abitazione di Brandorff. Questo episodio appena accennato solleva il sospetto e induce a diffidare delle apparenze. L'improvvisa scomparsa dell'ex banchiere che negli ultimi anni della sua vita ha interrotto ogni relazione sociale e conduce una vita appartata, getta il mattino successivo la famiglia in uno stato di convulsa agitazione. L'investigazione impegna il commissario von Redberg e l'avvocato Johannes Sanders, mentre i sospetti cadono sul nipote Erich Soltau, direttore di una fabbrica che, la sera precedente la sparizione, ha un litigio con Brandorff riferito alla polizia dal domestico inglese John Barker. Il motivo del diverbio è di natura economica: l'avvocato, membro di un prestigioso circolo privato, apprende da un socio dello stesso club, Hugo von Mohl, che Soltau si è indebitato al gioco.

La storia ambientata nel primo decennio del Novecento rievoca un periodo antecedente che risale al 1876. Il rinvio al passato è documentato da appunti diaristici scritti dal protagonista in gioventù. Il commissario e l'avvocato credono alla possibilità di giungere a chiarire il mistero della sparizione di Brandorff, esaminando il contenuto del diario: seguono il metodo analitico che definisce il compito e l'abilità di rintracciare e di raccogliere i riferimenti all'azione delittuosa per stabilire la connessione dei fatti. Dapprima le notizie si riferiscono al coinvolgimento di Brandorff e di un certo Herr M. in un affare lucrativo e la sfera dell'azione si sposta dall'Europa alla Turchia. Il contenuto si precisa in seguito nella narrazione degli avvenimenti politici dell'impero ottomano, all'epoca del sultano Abdül Hamid, che regna dal 1876 al 1909, nei gruppi più reazionari e clericali, che osteggiano qualsiasi tentativo di riforma del sistema politico turco. Il suo governo tirannico getta il discredito sul sultanato che si aliena perciò le simpatie delle potenze europee. Durante il suo regno il movimento rivoluzionario dei giovani turchi, che assume in seguito la struttura di partito politico, si fa portavoce di una serie di proposte progressiste, battendosi per l'occidentalizzazione delle istituzioni statali e del costume turchi.

Decisa a provare l'innocenza di Soltau, la figlia di Brandorff cerca un collegamento tra il sequestro del padre e il circolo privato, ricorrendo al travestimento in abiti maschili per poter accedere al club dove ottiene l'appoggio di un addetto al personale di servizio:

"Sie waren offenbar die ersten im Haus. Unbemerkt stiegen sie die Treppen hinauf und kamen auf einen dunklen, kalten Bodenraum. Durch einige Gänge wanden sie sich an muffig riechenden Bretterverschlägen vorbei, dann hörte der letzte schwache Schimmer von der Treppe draußen auf. Hölzer nahm eine Taschenlampe heraus, und im kleinen Schein des elektrischen Lichtes sah Cecily, daß sie in einem ausgemauerten, viereckigen Raum stand, der nur den Eingang hatte, durch den sie eben gekommen waren, und in dessen schrägem Balkendach eine Öffnung zum Durchzug frischer Luft angebracht war."

La ricomparsa di Brandorff nella sua abitazione rende certa l'innocenza di Soltau, confessata in punto di morte e sposta il centro dell'indagine sul diario e sugli opali della sua collezione privata, cui si riferiscono le sue ultime parole. Il resoconto dei trasportatori di Brandorff allarga il raggio d'azione alla periferia settentrionale di Berlino, Tegel.

Il diario risulta essere un cifrario e la scrittura, per la quale Brandorff usò inchiostro simpatico, svela i colpevoli e la vicenda in cui sono coinvolti. Dopo aver fatto bancarotta, Brandorff lascia la Germania e ottiene un impiego come corrispondente in una banca di Parigi. Le difficoltà economiche lo inducono ad accettare l'incarico di agente diplomatico per conto del partito rivoluzionario turco che necessita del finanziamento e del riconoscimento internazionale di una potenza occidentale. Le relazioni clandestine con il movimento sovversivo vengono intrecciate da Brandorff in collaborazione con un addetto della legazione parigina, Anton von Mohl. A Istanbul entrano in contatto con il capo dei rivoluzionari, che, dopo aver rovesciato il sultano, Abdül Hamid, s'impossessa di due opali indiani ai quali viene attribuito un potere divinatorio. A Damasco fa produrne delle imitazione, che regala ai due europei, mentre Brandorff consegna la sua al socio. Quando ottengono le necessarie sovvenzioni da una banca di Parigi, i due diplomatici progettano di lasciare la Turchia. Viene organizzata una festa in loro onore, durante la quale si attua un piano di fuga. Von Mohl coglie l'occasione per salvare Madame de Trémaine, destinata all'harem del capo del partito turco, e per rubare gli opali autentici. Dopo averli ceduti a Brandorff, scompare senza lasciare alcuna traccia di sé.

La stima degli opali che appartengono alla collezione privata del protagonista, rivela la falsità delle pietre. Il riferimento alle vicende osmaniche chiarisce il mistero sulla scomparsa dell'ex banchiere. Hugo von Mohl, figlio del socio di Brandorff nella questione turca, scopre tra i documenti testamentari del padre un progetto di espansione nella politica europea. A conoscenza della forza portentosa degli opali, corrompe il domestico, affinché di notte li sostituisca con le imitazioni lasciategli dal padre, ma la comparsa improvvisa di Brandorff rende necessario il suo sequestro e viene liberato solo quando è prossimo alla morte. Il padre tenuto prigioniero appare a Cecily in una visione, provocata dall'esperienza suggestiva vissuta al club, al punto che appena entra nella casa abbandonata a Tegel riconosce immediatamente il luogo del sequestro. In questo antro diroccato von Mohl vive con la sorella, Frau von Zemlinska. La donna afflitta da alienazione mentale uccide il fratello e poi si suicida. La vicenda si conclude con il lieto fine e prelude alle nozze di Cecily con Soltau, mostrando la peculiarità del romanzo rosa che si intreccia alla storia poliziesca.

La stilizzazione del contenuto e dei personaggi deforma in senso caricaturale la società civilizzata. La tensione drammatica risulta ridotta, in quanto si annulla il momento culminante del conflitto. I protagonisti appartengono ad un ambiente omogeneo e si distinguono per il loro comportamento amorfo e privo di vitalità. L'avvocato si identifica con l'incarico che deve svolgere; il commissario recita la sua parte da attore, assumendo stravaganti travestimenti per proseguire le indagini. Soltau è il capro espiatorio che soltanto la capacità di deduzione logica dell'avvocato riesce a discolpare. La sfera legale è riconducibile a un nucleo famigliare benestante, cui il decoro sociale offre un'adeguata protezione da qualsiasi implicazione delittuosa.

Rubiner eroicizza in questo modo i protagonisti, le vittime e i colpevoli che non rappresentano la malavita come fenomeno sociale. I presupposti etici della condotta umana si cristallizzano in passioni violente che scoppiano in un eccesso di irrazionalità, come dimostra la conclusione tragica della vicenda criminale, cui fa seguito quella sentimentalità melliflua e kitsch, che costituisce la scenografia dell'opera.